
Di Fabrizio Bellavista
Sono intervenuto al MarketingCamp3, durante l’Innovative Day, all’interno della 9 giorni di Innovation Circus che aveva come tema centrale ‘Glocal Innovation’, con un intervento sulla identità delle nuove metropoli con qualche breve considerazione su una città tratteggiata a misura d’uomo: sempre di più il brand città influisce oltre che sulla percezione di sé, sulla possibilità di sviluppo dell’azienda situata nel suo territorio e di conseguenza sul proprio business.
Milano, se da un lato la ricerca ‘Milano Futura’ effettuata da Psycho Research e Teseo Research su un target business dimostra che vuole cambiare, dall’altra conferma la sua identità votata alla finanza e protesa ad una concezione ‘aggressiva’ della professione, ma che vuole essere anche una città più ludica, informale e che tenga conto dell’affettività in senso generale del termine, come d’altronde i nuovi campioni delle grandi metropoli brand in ascesa confermano. Quindi no alle città costruite a tavolino con la conseguenza di generare la ‘Sindrome di Agadir’, ma città ‘a strati’, capaci di accogliere i segnali provenienti dalla sua storia e capaci di essere bacino collettivo di una emozionalità consapevole e feconda verso un’innovazione che trova nel digital progress il suo sistema nervoso e comunicazionale.
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