Sono intervenuto al MarketingCamp3, durante l’Innovative Day, all’interno della 9 giorni di Innovation Circus che aveva come tema centrale ‘Glocal Innovation’, con un intervento sulla identità delle nuove metropoli con qualche breve considerazione su una città tratteggiata a misura d’uomo: sempre di più il brand città influisce oltre che sulla percezione di sé, sulla possibilità di sviluppo dell’azienda situata nel suo territorio e di conseguenza sul proprio business. Milano, se da un lato la ricerca ‘Milano Futura’ effettuata da Psycho Research e Teseo Research su un target business dimostra che vuole cambiare, dall’altra conferma la sua identità votata alla finanza e protesa ad una concezione ‘aggressiva’ della professione, ma che vuole essere anche una città più ludica, informale e che tenga conto dell’affettività in senso generale del termine, come d’altronde i nuovi campioni delle grandi metropoli brand in ascesa confermano. Quindi no alle città costruite a tavolino con la conseguenza di generare la ‘Sindrome di Agadir’, ma città ‘a strati’, capaci di accogliere i segnali provenienti dalla sua storia e capaci di essere bacino collettivo di una emozionalità consapevole e feconda verso un’innovazione che trova nel digital progress il suo sistema nervoso e comunicazionale.
Ho presentato l’analisi ‘Il vissuto di Milano e Milano ideale nell’immaginario collettivo. Scenari emotivi e opportunità di una metropoli del futuro’ il 10 ottobre al Palazzo Affari ai Giureconsulti. Questo appuntamento di Innovative Day, la giornata in cui la comunicazione e l’azienda moderna si sono incontrate e hanno incontrato la città, è avvenuto all’interno di Innovation Circus, la nove giorni dell’innovazione milanese che ha fatto conoscere al grande pubblico il mondo della ricerca e dell’innovazione. Partendo da un test che individua sul target le coordinate del posizionamento emotivo collettivo di un concetto, la metodologia dell’Istituto ha individuato associazioni emotive collettive statisticamente ricorrenti in mappe mentali generali sia sulla percezione di Milano che sul concetto di Milano ideale. E’ risultato che i concetti associabili alla percezione di Milano sono molto distanti da quelli della Milano ideale. I primi sono compresi tra l’eccitazione e l’aggressività, si posizionano all’interno di un’area di onnipotenza e si identificano in personaggi mitici come Attila, testimonial come la Dark Lady, politici come Bush, vizi come la lussuria, animali come il coccodrillo, aspetti finanziari come Borsa e azioni, al vino di qualità, in colori come il bordeaux e il nero e nell’idea del patrigno. La Milano ideale, invece, si posiziona lontano da questi concetti: rispettivamente tra felicità e serenità, nell’area ludica / affettiva ed è associata a Michelle Hunziker, all’assenza di riferimenti politici e di vizi, all’animale domestico, al credito a consumo, all’arancione e all’azzurro e all’amica. Vi sono inoltre associati concetti come performance, no inquinamento, no divieti, no complicazioni, sentirsi sicuri e casa biologica con tecnologie intelligenti. Riflettendo sui feed back provenienti dal data base psicolinguistico il mapping della popolazione italiana si identifica, per più del 50% dei casi, nell’area della ‘propositività’, che è quella inerente alla Milano ideale, mentre la ricerca segnala che il posizionamento della Milano attuale, ormai priva di grandi ideali, è all’interno dell’area della controdipendenza, che rappresenta soltanto il 3% della popolazione italiana. Possiamo quindi affermare che la città di Milano possiede da una parte una forte connotazione professionale e determinazione, dall’altra che è recepita ‘senz’anima’ ed ‘egoista’ e concludere affermando che Milano dovrebbe operare una rinascita, indirizzandosi maggiormente verso i concetti di sicurezza, natura e cosmopolitismo e preoccupandosi maggiormente del BIL (benessere interno lordo) più che del PIL (prodotto interno lordo). http://www.innovationcircus.it/evento.php?id_evento=19. Download presentazione: http://www.innovationcircus.it/userimage/Abbate.pdf
Questo blog è condotto collegialmente da Gianandrea Abbate e Fabrizio Bellavista partner in Psycho Research, diventato nel 2012, istituto di ricerca "Emotional Marketing".